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Gianfranco Trucchia

Biografia

Nasce a Bologna il 18 febbraio del 1939 da una famiglia di origine bolognese-marchigiana. La passione per la pittura e la scultura lo accompagna fin dalla nascita portandolo a frequentare l’Istituto Statale d’Arte di Bologna in cui si diploma come Maestro d’Arte Ceramica. Nel 1964 ottiene l’incarico per la cattedra di Ceramica con la direzione dei Laboratori e l’insegnamento del relativo Disegno Professionale presso l’Istituto Statale d’Arte Ceramica “F. A. Grue” di Castelli.
Qui, a partire dal 1965 e per 5 anni, insieme ad altri maestri e agli allievi, avvia la realizzazione del grandioso “Presepe” in ceramica che rappresenta una straordinaria  innovazione pur nella continuità della tradizione artistica di Castelli.
Il “Presepe monumentale” si compone di 54 statue a grandezza naturale, in refrattario tenero, smaltato con la pentacromia tipica della tavolozza castellana.
Fu esposto per la prima volta in uno scenografico allestimento nella Piazza Roma di Castelli, Sotto un manto di neve nel dicembre del 1965.
L’anno dopo dopo fu esposto a Roma, ai Mercati di Traiano e successivamente per interessamento del Ministero degli esteri, per circa tre mesi, nelle città di Gerusalemme, Betlemme e Tel Aviv.
Durante la sua permanenza a Castelli, Trucchia, realizza con le sue opere mostre personali e partecipa a mostre collettive e a numerosi concorsi nazionali e internazionali, ricevendo vari primi premi. Tra i più importanti si segnalano il primo premio ex aequo nel 1965 con l’opera “Testa”- che sottolinea la poetica metafisico-surreale dell’artista, che presenta sdrammatizzazioni culturali grazie ad una tecnica sobria e raffinata- ed il primo premio nel 1967 con l’opera “Pannello grande”, entrambi al Concorso Internazionale d’Arte Ceramica di Castelli; la medaglia d’oro nel 1969 con l’opera “Scultura” al Concorso Internazionale d’Arte  Ceramica di Gualdo Tadino; la medaglia d’oro nel 1970 con “Gruppo di forme” al Concorso Internazionale d’Arte Ceramica di Cervia. In quegli stessi anni, diversi studenti dell’Istituto Statale d’Arte Ceramica di Castelli conseguono importanti affermazioni nei vari concorsi sotto la guida del professor Trucchia.
Fino al 1972 insegna all’Istituto di Castelli, ed in seguito gli viene assegnata la Cattedra di Scultura e Decorazione Plastica all’Istituto Statale d’Arte di Bologna, dove affianca con passione e coinvolgimento gli studenti frequentanti i suoi corsi, con i quali intrattiene rapporti lavorativi e di collaborazione anche negli anni successivi. Intraprende un’intensa attività come creativo in uno studio grafico pubblicitario, ma continua ad operare privatamente come pittore e scultore.
Di lui è stato scritto: “Sono tanti i pittori ex giovani in carriera che, con il trascorrere degli anni, meditano un ritorno nell’arengo espositivo continuando a mantenersi operosi nel proprio atelier, senza mai decidersi a proporsi a critici d’arte e galleristi, scoraggiati da possibili rifiuti e disattenzioni che non potrebbero tollerare. Gianfranco Trucchia, desaparecido da molti anni come pittore, è un caso esemplare, emblematico”, tanto che  dopo diversi anni passati a dipingere nel proprio studio senza mai far vedere la luce ai suoi quadri, nel 1992 prende contatti con un gallerista bolognese ed allestisce la personale “Streghe e stregati”, dove la sua pittura viene definita come un’arte che “per arrivare alla sua conclusione chiede ospitalità a materiali altri, privilegiandoli perché la inglobino; oppure è un’arte del dipingere che, arrivata alla sua conclusione, ingloba materiali che non privilegia, ma ospita soltanto; oppure ancora è un’arte del dipingere che, arrivando alla sua conclusione, si falsifica inglobando materiali altri, per interrompersi e dirottarsi incompiuta”.
Nell’estate del 1993 espone “Favole e falsi” alla Fondazione Museo Alternativo Remo Brindisi a Lido di Spina. Nello stesso anno, apre l’atelier “Paese dei Balocchi” a Bologna, per ricercare la potenzialità creativa che vive in ogni persona tenendo corsi in questa scuola di ceramica fra gioco e arte determinato a trasmettere la sua conoscenza a chi dimostra passione e attitudine.
Viene a mancare nel marzo del 1994 dopo una breve malattia. Di se stesso scriveva: "Gianfranco Trucchia è nato, prima o poi morirà, lavora usa il colore e mette parole”.

Tratto da: "La tradizione del futuro" I CentoDieci anni della Scuola d'Arte di Castelli a cura di Carlo Fabrizio Carli, Verdone Editore

Intervista a Gianfranco Trucchia di Saveria Bologna